L’osso è un tessuto vivo e dinamico, alla pari degli altri tessuti che compongono il nostro corpo.
Come per tutti i tessuti biologici la genetica ci fornisce un substrato su cui poi agiranno una miriade di fattori che andranno ad influenzare le forme in continuo mutamento, primi tra tutti la funzione.
Il rimodellamento osseo del tessuto scheletrico è continuamente attivo in tutte le fasi della vita.
La crescita della faccia avviene come risposta al bisogno funzionale ed è mediata dai tessuti molli in cui è inglobato lo scheletro. Quindi lo sviluppo, la crescita e il mantenimento del tessuto scheletrico sono sempre risposte secondarie, compensatorie e meccanicamente obbligate ad eventi e processi che accadono in tessuti, organi e spazi funzionali non scheletrici in relazione con i primi (matrici funzionali periostali o matrice capsulare).
È risaputo che verso i 30-35 anni circa comincia a ridursi la capacità del corpo di produrre tessuto osseo, in particolare nelle ossa del viso iniziano processi di appiattimento e riduzione volumetrica, pur esistendo notevoli variabili individuali, sia genetiche che epigenetiche ed ambientali.
Come per i muscoli, anche per la struttura ossea del viso vale lo stesso principio, stimoli adeguati mantengono e migliorano la forma, la mancanza di stimoli porta atrofia.
Una sollecitazione meccanica determina il rimodellamento della superfice ossea, mediante un equilibrio dinamico tra deposizione di osso neoformato e riassorbimento di osso preesistente. Il segnale meccanico viene tradotto in segnale prima elettrico e poi biochimico a livello cellulare: meccanotrasduzione.
Quindi una sollecitazione meccanica su una superfice ossea (come per esempio una contrazione muscolare prolungata nel tempo) determina aumento del volume e della densità ossea, mentre una riduzione della contrazione muscolare (invecchiamento, botox, paresi, etc) determina atrofia, riassorbimento.
L’insieme di tutte le espressioni facciali, emozioni, abitudini, funzioni e trattamenti effettuati determinano la qualità e la quantità di stimoli alla struttura ossea del viso e le modalità di invecchiamento del viso.
Dall’età giovanile all’età matura avvengono svariati cambiamenti evidenziati nel disegno in alto, con la vecchiaia questi cambiamenti diventano più marcati.
Qualsiasi trattamento per ringiovanire il viso deve mirare a prevenire e ridurre l’atrofia strutturale, per questo motivo l’approccio della Chirurgia Cosmetica Morfodinamica si basa su diverse tecniche creando una sinergia tra di loro.
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