La Chirurgia Cosmetica Morfodinamica si basa su concetti interdisciplinari provenienti dall’Anatomia Funzionale, Ortopedia e Crescita Cranio-Facciale, Meccanobiologia, Craniologia Funzionale, Proloterapia, su recenti acquisizioni riguardo i complessi network neuromuscolari dei tessuti, su ricerche riguardanti i biomateriali, la medicina rigenerativa e bioingegneria, la meccanotrasduzione nel rimodellamento osseo, etc.
Aderisce pienamente alla tendenza sempre più evidente della moderna chirurgia di ricercare la minima invasività.
Il principio fondamentale della Chirurgia Cosmetica Morfodinamica è che:
la funzione determina la forma.
Ossia la morfologia del nostro viso (e ovviamente di tutto il corpo) è solo in parte dovuta a fattori genetici, le dinamiche dei complessi network neuromuscolari ne determinano lo sviluppo e l’evoluzione, per cui modificando queste dinamiche si ottengono notevoli cambiamenti senza chirurgia invasiva.
Tra le teorie sulla crescita cranio-facciale, quella multifattoriale di Von Limbergh è la più accreditata.
È molto difficile stabilire con precisione dove finisce l’influenza genetica e dove comincia l’influenza ambientale, secondo Melvin Moss nella crescita cranio-facciale “non c’è una diretta influenza genetica sulla misura e forma, o posizione dei tessuti scheletrici, ma solo sulla fase iniziale di formazione ossea, gran parte dello sviluppo è dovuto alla matrice funzionale embrionale”.
L’ipotesi della matrice funzionale afferma esplicitamente che l’origine, la crescita e il mantenimento di tutti i tessuti e gli organi scheletrici sono fenomeni sempre secondari di altri avvenimenti che si verificano in tessuti non scheletrici ad essi correlati e che la crescita del viso si verifica come risposta agli stimoli funzionali.
La morfologia funzionale, ossia la funzione degli organismi in relazione alla loro forma, è spiegata in maniera esauriente dall’adattamento sia come stato, ossia unione tra fenotipo ed ambiente, sia come processo, cambiamenti evolutivi nelle popolazioni per produrre caratteri adattivi. Secondo Slavicek “ogni volta che si verifica una modifica della struttura si assiste ad un adattamento funzionale a cui seguirà un ulteriore adattamento strutturale”. Per Still “la struttura governa la funzione e la funzione modifica la struttura”. Berthonnaud (2005) e Mc Thiong (2007) hanno dimostrato l’esistenza di rapporti tra i diversi segmenti corporei:
“un distretto può influenzare un distretto adiacente in funzione del proprio orientamento”.
Quindi se Sahrmann e Norton nel 1983 affermavano che “una diminuzione di un’attività muscolare all’interno di una coppia di forze è accompagnata dall’aumento dell’attività dell’altro “, questi stessi fenomeni di bilanciamento e compensazione si presentano anche tra diversi distretti del corpo, e in misura molto marcata nel viso.
Il network neuro-muscolare mediante la stimolazione della matrice periostale causa la crescita diretta dell’unità microscheletrica (comprendente ossa, cartilagini e tessuti tendinei), il meccanismo di deposizione ossea e riassorbimento sotto carico porta ad effetti sulla misura e/o forma della struttura ossea. Come per i muscoli, infatti, che tendono a ingrossarsi e irrobustirsi col tempo a seguito di adeguati stimoli o ad atrofizzarsi in mancanza di tali fattori, anche per le ossa il nostro corpo applica questo tipo di meccanismo. È da anni (più di un secolo in realtà) che è noto come il nostro apparato scheletrico vada a modificarsi a seconda dell’uso che se ne fa, non variando semplicemente in larghezza e densità, ma anche e soprattutto nella sua struttura.
Il primo a cercare di formulare delle leggi semplici che descrivessero questo fenomeno fu Wolff nel 1892 con due leggi:
- Legge generale della trasformazione ossea, vale a dire, che ad ogni variazione funzionale corrisponde una variazione strutturale;
- Legge traiettoriale dell’osso trabecolare: vale a dire la tendenza delle travature dell’osso spongioso a disporsi parallelamente alle direzioni dei principali sforzi a cui è sottoposto il tessuto.
Tre anni dopo, nel 1895, queste due leggi vennero riformulate da Roux in: Legge dell’adattamento funzionale, vale a dire che un organo sottoposto ad una variazione funzionale verrà sottoposto anche ad una variazione nella sua struttura.
È su queste solide basi scientifiche e su precise metodiche che si basa il metodo della Chirurgia Cosmetica Morfodinamica per ottenere il rimodellamento dei tessuti, compresi ossa e cartilagini.
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