La radiofrequenza, al pari di altri apparecchi che utilizzano energia fisica di tipo termico, procura un aumento della temperatura dei tessuti cutanei e sottocutanei. L’aumento di temperatura indotto innesca uno stato infiammatorio più o meno intenso che mediante una blanda fibrosi porta al rassodamento dei tessuti.
Alcuni autori identificano questa fibrosi indotta da radiofrequenza con l’invecchiamento dei tessuti, invece io ritengo che l’atrofia sia il temibile, reale ed irreversibile segno di invecchiamento. La fibrosi è presente nell’invecchiamento ma i suoi danni si manifestano nella ridotta funzionalità di organi parenchimatosi quali fegato, polmoni, rene, etc.
Quindi si all’utilizzo moderato della radiofrequenza per ottenere una blanda fibrosi cutanea, ma l’utilizzo protratto nel tempo e l’aumento di temperatura dei tessuti oltre la soglia fisiologica hanno anche conseguenze indesiderate quali lo shock termico e il fenomeno del Puffing, ossia alterazioni cromosomiche con modifiche della tipica forma a spirale del DNA .
Per realizzare uno shock termico basta una temperatura di 8 – 10° oltre la fisiologica. Si genera una risposta tessutale (Heat Shock Response) con aumentata fluidità della membrana cellulare e produzione di proteine alterate. Si innesca anche la produzione di particolari proteine con funzione riparatrice. Questi meccanismi di regolazione nella riparazione possono essere alterati quando viene superata una certa soglia di intensità e durata di calore somministrato.
Quindi l’aumentata produzione di RNA e proteine riparatrici protratta nel tempo porta ad una alterazione epigenetica che può causare nel futuro assenza di risposte a stimoli esterni.
Ma attenzione all’utilizzo della radiofrequenza in tessuti che hanno ricevuto fillers.
A questo proposito va analizzata l’ampia letteratura scientifica sui danni provocati dalla radiofrequenza sui tessuti trattati con filler. In sintesi, la radiofrequenza aumenta in modo significativo lo stato infiammatorio dei tessuti, le reazioni da corpo estraneo e le risposte fibrotiche nei tessuti che in precedenza hanno ricevuto filler. Inoltre la radiofrequenza favorisce la migrazione dei fillers nei tessuti.
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