Il termine fibrosi descrive lo sviluppo di tessuto connettivo fibrotico quale risposta riparativa ad una lesione o danno, quindi è parte della normale risposta di guarigione dei tessuti.
Quando la formazione di tessuto connettivo fibrotico eccede o avviene in modo incontrollato nei tessuti si hanno processi patologici.
Quindi la risposta dei tessuti ad un insulto può presentare un ampio range di risposte, dalla restitutio ad integrum (rigenerazione) alla cicatrizzazione patologica.
Per fare in modo che prevalga l’aspetto rigenerativo rispetto a quello cicatriziale esistono diverse metodiche, si va dalle infiltrazioni di specifiche sostanze o farmaci che hanno la capacità di ridurre l’eccessivo deposito di collagene, quindi fibrosi, all’applicazione di blanda stimolazione meccanica (per es. la tecnica degli IASTM), o all’inserimento di fattori di crescita o cellule staminali.
Quindi il grado di recupero funzionale del tessuto dipende dal rapporto rigenerazione/cicatrizzazione che, a sua volta, dipende da svariati fattori, quali: predisposizione, dieta, stress, entità della lesione, sua persistenza, trattamenti locali effettuati in precedenza e dopo trauma, follow up, etc.
Le fibrosi più temibili e pericolose sono quelle che riguardano gli organi parenchimatosi, ossia fegato, polmoni, rene, pancreas, etc., in quanto viene ridotta od eliminata la funzione di organi vitali. In questi casi le terapie sistemiche sono inefficaci, unica via di salvezza è il trapianto d’organo, da approfondire le terapie locali con cellule staminali o altre terapie sperimentali.
Nel mondo dell’estetica gran parte delle procedure cercano di ottenere una blanda fibrosi per rassodare i tessuti cutanei e sottocutanei aumentando l’attività dei fibroblasti, ossia di quelle cellule deputate alla produzione di matrice connettivale. Quindi qualsivoglia filler (acido ialuronico, polilattico, policaprolattone, idrossiapatite, etc.), filo biostimolante o di trazione, radiofrequenza, ultrasuoni, ozonoterapia, laser, biostimolazioni, etc. in misura maggiore o minore, hanno la finalità di stimolare la produzione endogena di collagene per ottenere dei tessuti più sodi ed un aspetto più giovanile.
Nel caso però di apparecchi ad energia termica l’effetto del calore troppo al di sopra della temperatura fisologica può dare effetti indesiderati.
Per questo motivo sono da preferire l’utilizzo di filler o fili e l’utilizzo di tecniche di modulazione della risposta fibrotica mediante l’utilizzo di specifiche sostanze e metodiche.
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